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Questo è l'uomo, questa è Internet

Business, soluzioni, velocità, potere, superficialità, perdita di valori, distacco. Queste le prime cose quando penso all'Internet di domani. Ogni parola è oggi un tema, delineato e materia di costante confronto, ma domani la questione sarà così ampia e profonda da non essere più nemmeno discussa, ma vissuta in una quotidianità assuefatta. La mancanza di una lucida visione sugli effetti che nella nostra vita reale avrà la strada intrapresa è così complessa da generare trascuratezza. L'uomo è una specie strana, vive in un'inerzia fatalista e si guarda attorno, nel buio di limiti e incomprensioni, dimenticando troppo spesso di accendere la luce.

Internet non è una cura creata per l'uomo, ma una sua creazione; cresce attraverso il bene e il male, vede gli esseri umani per ciò che sono e si nutre della loro mente.

Internet è uno strumento che non aiuterà l'uomo a sopravvivere a se stesso, ma lo illuderà sempre più di un potere inesistente e di una mancanza di valori assai grande. Il buono che Internet possiede non è grande quanto il suo lato oscuro perché quest'ultimo viene da noi stessi costantemente e diabolicamente evoluto. Esattamente come nella realtà di tutti i giorni, dove sono in pochi a portare avanti la parte bella, leale e positiva della vita si fronteggia un altro lato fatto di una massa disomogenea che calpesta in un attimo tutti quei frutti buoni che richiedono tempo e dedizione per crescere. Quelle stesse poche anime pie, con il tempo, vengono indotte a mollare - logore dal remare contro vento - diminuiscono di numero e forza; e molte di esse vengono inglobate dal lento andare a male delle cose. 

Dalla perdita delle proprie tradizioni, alla velocità in cui si apre la bocca e si esprime con superficialità disarmante il proprio pensiero - per poi ritrattarlo, dimenticarlo, cancellarlo - offuscati sempre più da un tempo dove non c'è tempo per rimanere onesti; una stretta di mano mancata a favore di una call su Skype, un tramonto perso per scrivere un post rivolto a like e finta fama, la cecità di farsi un video al giorno su concetti ovvi e scontati illudendosi di insegnare; senza percepire il lento e gustoso sorriso di una partner che se ne va o quello di un amico autentico che da piccolo giocava con te a nascondino. Ti invito a leggere "Il doppio volto di Facebook: da carezza infame a strumento geniale". E poi malattie come Blue Whale, "giochi" assurdi di un'era nella quale troppi valori sono andati persi.

In tutto questo c'è una costante che resta accesa e meno utopica di quanto si pensi, ovvero che la gente ha voglia di vivere la propria vita serena. Le variabili contrarie però sono cresciute a dismisura da perdersi all'orizzonte di ogni fine giornata.

IoT, Smart Cities, Big Data, Augmented Reality... macchine che interrogano la rete ragionando come gli uomini, Cyber Security, ologrammi, Autonomous car, social network e iper-comunicazione nelle mura di casa; sono tutte cose che navigano a vista, quello che rimane offuscato è come le useremo. Perché Internet diventerà sempre più una macchina per il controllo nelle mani dell'uomo e i danni che egli farà con essa non saranno diversi da quelli già fatti e che continuerà a fare con la "gestione" della natura. Internet diverrà invisibile nelle nostre vite, radicata come il concetto di acqua o energia elettrica e sarà così potente da creare guerre in ogni contesto politico, sociale ed economico.

Chi in queste parole vede pessimismo e non realismo allora deve fermarsi e capire qualcosa che seppur di non facile lettura rimane fondamentale per disegnare un futuro migliore (di tutti). La mattina non serve alzarsi dal letto e correre ad occhi chiusi verso il nulla.

Bill Gates in un'intervista di alcuni anni fa spiegava:

Le cose importanti della vita sono altre. Quelle basilari, legate alla sopravvivenza e alla salute, soprattutto dei più piccoli. L'idea che molti supermanager delle big company del web hanno dell'importanza della Rete come 'priorità' del mondo non può che essere uno scherzo. 

Dettate probabilmente dalla sua visione filantropica, colma di vocazione umanitaria - non dimentichiamo che lo stesso Gates ai tempi Microsoft andava a dormire sognando Windows su ogni scrivania di casa e ufficio del globo terrestre - sono parole che esprimono un concetto concreto, illuminato e drammaticamente inarrivabile. Il bene di Internet potrà realizzarsi solo di riflesso al nostro. E questo, almeno a me, spaventa. Non altro per i semplici mortali che siamo, gli stessi che decidono scelleratamente su tutto e tutti. Saremo in grado di capirlo? Le mia risposta è no ma io sono solo uno su miliardi e non sposto nessun peso sulla bilancia. Questo è l'uomo, questa è Internet.

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